Presentazione, organizzazione e cura del Critico d’Arte e Curatrice Maria Palladino.
Inaugurazione Sabato 14 Settembre ore 18:00
Il progetto espositivo nasce dall’incontro inaspettato e casuale, fra la curatrice della mostra e il giovane fotografo Borys Dolgopolsky. Dallo scambio di idee, impressioni ed esperienze si origina il primo nucleo ideale del concept della mostra: la forma intesa come apparenza visibile, impressione o guscio esterno delle cose, quella realtà considerata nelle culture orientali quale “velo di Maya” illusorio e fittizio, per cui, allo stesso modo che nella “caverna di Platone” rimane indicibile e inconoscibile la vera e ultima essenza delle entità che ci attorniano.
Borys Dolgopolsky, giovane fotografo ucraino, esprime attraverso il suo particolare e sensibile uso della luce nella fotografia analogica, il concetto dell’inafferrabilità dell’essenza intrinseca delle cose, degli oggetti e degli esseri.
Steve Magnani, in pittura, esplora la qualità perfettibile dello spirito dell’uomo, traendo ispirazione dai testi sacri indiani delle Upanishad e dei Veda, come dalle forme simboliche significanti ed evocative della geometria sacra.
Alfredo Baracco, scultore e artista padovano, è attivo dagli anni ’50 del ‘900. Allievo dal 1952, per cinque anni, dello scultore Paolo Boldrin dove apprende le varie arti della scultura, si forma allo stesso tempo da autodidatta.