La Bassa Padovana

La campagna veneta, un luogo che profuma d'antico

Slow & Green
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“In campagna, dopo una giornata di lavoro, gli uomini alzavano il bicchiere di vino all’altezza del viso, lo osservavano, gli facevano prendere luce prima di berlo con cautela. Gli alberi centenari seguivano il loro destino secolo dopo secolo e una tale lentezza rasentava l’eternità.” Pierre Sansot

Ampie distese di campi, interrotte qua e là da campanili e antiche ville, disegnano il paesaggio a sud di Padova. Fiumi e canali attraversano la quiete di un territorio in cui i rumori e i profumi d’altri tempi ci accolgono come faceva la nonna quando eravamo piccoli. 

La campagna della Bassa Padovana, delimitata a nord dai Colli Euganei e a sud dal corso del fiume Adige, è una terra che profuma d’antico. Il tempo scorre lento qui, in piena armonia con i ritmi della natura e dell’agricoltura. Lontano dal frastuono sensoriale delle città riusciamo a innamorarci ancora, come quando eravamo bambini, dei colori e degli odori delle stagioni. 

La terra e l’acqua sono le padrone di casa in quest’area in cui l’agricoltura è la grande protagonista.
E l’acqua regnava nella zona, un tempo palude fatta di acquitrini, stagni e fitta vegetazione selvaggia, dove oggi troviamo il paese di Conselve. Questo territorio era abitato fin dai tempi del Neolitico e i primi documenti con riferimenti ad esso risalgono al 954, nei quali troviamo nominato “Caput Silvae” e “Caput Silvis”, a indicazione di un insediamento sorto ai margini di una zona boschiva.
L’acqua la ritroviamo spesso anche nei nomi di alcuni paesi della zona, come Bagnoli, che deriva da “balneoli”, a ricordo, anche qui, di un passato lontano in cui questa zona della Pianura Padana era un’immensa distesa d’acqua. Dobbiamo attendere fino all’epoca medievale per vedere una bonifica del territorio, epoca durante la quale quest’ultimo vide l’edificazione di oltre settanta castelli, con rocche, muraglie, torri, fosse e argini, attorno ai quali si svilupparono nuovi nuclei sociali. Il toponimo Bagnoli di Sopra ricorda il fatto che il nucleo abitativo si trovasse a un livello superiore rispetto al resto dell’area sommersa dagli acquitrini. Anguillara Veneta, altro paesino della zona, nel suo nome ci ricorda invece che un tempo nel fiume Adige si praticava la pesca delle anguille, che ritroviamo anche nello stemma comunale.
I comuni che fanno parte di quest’area sono, oltre ad Anguillara Veneta e Bagnoli di Sopra, Conselve, 
Agna, Cartura, Pernumia, San Pietro Viminario e Tribano.

I lavori di bonifica di quest’area paludosa si sono susseguiti nei secoli, fino alla fine dell’Ottocento. In particolare, gli anni di dominazione veneziana hanno rappresentato per queste terre un periodo di grande splendore da un punto di vista economico, grazie anche, appunto, agli interventi di bonifica delle aree paludose.
L’epoca della Serenissima è stata florida e felice sotto tutti i punti di vista. La bonifica dei terreni ha migliorato la produttività delle terre e i ricchi veneziani hanno impreziosito il territorio con splendide ville, alcune delle quali ancora presenti e visitabili. 

Se volete esplorare queste terre, lasciatevi condurre dallo Stradon del Vin Friularo, una via di origine romana che prende il nome dal vitigno autoctono, il Bagnoli Friularo. Secondo un’ipotesi, Friularo deriverebbe dal latino “frigus”, freddo, perché la sua uva si vendemmia nella seconda metà di novembre, quando ormai fa freddo.

La Bassa Padovana è una terra d’altri tempi, un luogo al quale abbandonarsi dimenticando la modernità, tornando un po’ bambini e riscoprendo il nostro stretto rapporto con la natura. Una terra, quella della campagna veneta, le cui atmosfere riecheggiano negli scritti di Goffredo Parise, Antonio Fogazzaro, Andrea Molesini. 

Un terra che trattiene e rimane dentro, con i suoi colori, le sue stagioni, i suoi sapori. E che ci ricorda che è a qualcosa di più antico che apparteniamo: più antico dei palazzi, delle strade asfaltate, del caos cittadino, dello stress moderno. Qualcosa che, di tanto in tanto, in alcuni luoghi magici come questo, ritroviamo guardando il marrone della terra e l’azzurro del cielo. 

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