E’ novembre, le prime nebbie sulla Pianura Padana, le prime giornate grigie e tra le colonne in trachite riappaiono figure del passato: mantelli maestosi in pura lana, uomini e donne che si incontrano nelle vecchie Ostarie per assaporare un bicchiere di vino che riscalda e rallegra.
Dopo alcuni mesi dalla Vendemmia e dopo un breve periodo di riposo in cantina, il mosto si trasforma in vino e le botti si aprono per assaggiare il ” Vino nuovo”.
Freddo e nebbia non spaventavano: una bicicletta, un bel Tabarro di lana e si usciva per stare in compagnia prima di cena.
Un passato che sembra lontano ma che viene riproposto nelle giornate del 25 e 26 novembre, e dove il Tabarro sarà il principe dell’ evento! Si rivive la tradizione delle ostarie che a San Martino facevano una grande festa assaggiando il vino nuovo nei famosi goti.
Il Tabarro questo grande mantello, sei metri di tessuto, si apre a ruota avvolgendo otutto quello che lo circonda; l’eleganza e la qualità lo rendono unico rispetto agli altri capi che si incontrano durante la passeggiata nel Ghetto Ebraico di Padova, nelle fredde e umide giornate di novembre.
I palazzi del ‘ 400 abbracciati dai portici riparano dal freddo i viandanti. In questi luoghi molti anni fa si racconta che il Tabarro era di casa, spesso gli studenti dell’ Università Patavina squattrinati per recuperare qualche soldo impegnavano il Tabarro presso la Corte Lenguazza.
Programma 25-26 novembre: dopo l’apertura delle botti, viene spinato e offerto un bicchiere di vino della vendemmia 2023 dell’Azienda Agricola Massimo Mutta dei Colli Euganei.
Offerti anche un assaggio di un prodotto tipico della cultura contadina, il “Salame de casa”, pan biscotto e del “buon vino nuovo”.
Informazioni alla pagina facebook: https://www.facebook.com/people/i-tabarri-veneti/100085613457062/