Padova è una delle più grandi città murate d’Europa. Possiede la più estesa cinta muraria cinquecentesca che si sia conservata, quasi per intero e nella sua forma originaria, fino a oggi. Undici chilometri che ne disegnano la forma urbis, riconoscibile a colpo d’occhio.
Mura importanti, costruite a partire dal 1513, sotto la direzione del capitano generale Bartolomeo d’Alviano, all’indomani del fallito assedio del 1509 da parte dell’imperatore Massimiliano e della Lega di Cambrai. Evento che poteva cambiare il corso della storia europea: se Padova fosse caduta, per Venezia sarebbe stata la fine.
Realizzate in emergenza, le mura di Padova sono state una sorta di laboratorio, come testimonia la grande varietà di forme, dimensioni e struttura interna dei suoi diciannove bastioni, fra torrioni circolari grandi e piccoli, a uno o due piani di casematte, baluardi di varia foggia e mezzelune, oltre alla rocca incompiuta del Castelnuovo. Si conservano ancora tutti, ognuno con le sue casematte e gallerie, sempre diverse, assieme alle cinque porte, delle sette originarie, piccoli gioielli fra cui spiccano le due di Giovanni Maria Falconetto.
Da anni il Comitato Mura conduce un giro a tappe, a ciclo continuo, che permette di conoscerle in ogni dettaglio, e al loro interno è previsto un museo diffuso, multimediale e immateriale, per raccontarne la storia.