Il complesso attuale di Villa Giusti è formato da due fabbricati principali distinti, rappresentati, dalla villa vera e propria e da un grande edificio che conglobava le dipendenze di servizio (portineria, scuderie) ed agricole (granaio e officine). Sono anche presenti una torre risalente almeno al XIII secolo e pesantemente restaurata in epoca romantica, un grazioso jardin d’hiver di stile tardo-ottocentesco, e varie serre minori.
L’aspetto e la struttura attuali del complesso sono legati ad un restauro globale effettuato nel 1875, secondo lo stile allora dominante che tendeva a conglomerare stilemi eterogenei (fra cui le due torri di stile prettamente austriaco che fiancheggiano l’ingresso).
L’origine medievale del complesso è confermata dal reperimento su un muro interno di una finestrella gotica (ora non visibile), e dalle poderose colonne di sostegno in mattoni ancora presenti nella cantina.
La villa è circondata da un grande parco che si estende su una superficie di circa sei ettari, fu disegnato personalmente dal Conte Gerolamo Giusti del Giardino.
Villa Giusti fu scelta come sede delle trattative dell’Armistizio, perché casa privata poco nota ai servizi informativi austro-ungarici, perché era di proprietà di un Senatore del Regno, e perché Vittorio Emanuele III di Savoia, Re d’Italia, vi aveva risieduto dal novembre 1917 sino al gennaio 1918, quando il suo Comando Generale era in fase di trasferimento dal centro di Padova a Lispida ai piedi dei Colli Euganei, allo scopo di evitare alla popolazione civile della città i bombardamenti aerei che già allora erano assai pesanti (una mappa delle numerose bombe cadute su Padova è esposta nella Sala nell’Armistizio).
Già prima il Re la aveva utilizzata per incontri diplomatici e politici e per coordinare gli sforzi bellici nella sua funzione di Capo Supremo.